venerdì 11 gennaio 2013

15 dicembre: Cronistoria

ULTIMA TAPPA: BUON GESU’


Dopo un'estate di presidi informativi al Buon Gesù, abbiamo deciso di concludere la manifestazione del 15 proprio in piazza Volontari della Libertà. Questo luogo ha una valenza importante per quanto riguarda la questione Elcon, perché è quello che coi suoi palazzi si affaccia su buona parte del polo chimico ex Montedison ed ha subito decenni di inquinamento di aria, acqua e suolo, più di tutti, in maniera totalmente passiva.

Se a questo ci aggiungiamo anche che il contesto della nostra provincia non è proprio dei migliori - per usare un eufemismo – il tutto assume toni inquietanti.
Infatti, l'elenco delle porcate del nostro territorio è piuttosto lungo: Malpensa (con annesso progetto per terza pista), inceneritore di Busto (unico comune in controtendenza per la raccolta differenziata, proprio perché l'inceneritore va alimentato), Pedemontana (per mantenere alto il livello di devastazione, in linea col resto del nord Italia e con le esigenze della classe dirigente), industrie di ogni tipo (l'Olona ne è testimone) e livello esageratamente alto di traffico su strada.

Per queste ragioni riteniamo che la partecipazione diretta della popolazione per tutelare la propria salute, soprattutto in questo rione visto quanto detto qualche riga più su, sia fondamentale per il tipo di lotta in questione.

Delegare tutto ad amministrazioni che dietro ad un “no” di facciata nascondono interessi poco limpidi (anche per quanto riguarda le compensazioni ambientali) lo riteniamo pura follia.       Se l'obiettivo è quello di impedire l'insediamento dell'impianto Elcon, non riponiamo alcuna fiducia nelle istituzioni coinvolte in questa faccenda nè dal punto di vista tecnico-amministrativo di opposizione al progetto nè dalla loro pretesa di ergersi paladini difensori della nostra salute e del nostro territorio.

Preferiamo riporre tutta la nostra fiducia nella popolazione che abita questo territorio, che ancora non si è messa massicciamente in gioco in prima persona e che invitiamo a partecipare alle assemblee, a non rimanere passiva di fronte al problema.

L'organizzazione dal basso, senza gerarchie e attraverso il confronto tra le diverse esperienze, in modo da costruire un percorso comune e condiviso, è il punto cardine per evitare che quel pezzo di terra non sia più soggetto a speculazioni, ma venga bonificato il prima possibile evitando che l'utilizzo della falda acquifera venga compromesso.

Non abbiamo una ricetta pronta da vendere per scongiurare l'ennesimo scempio che hanno in serbo per noi, ma un desiderio l'abbiamo: del destino di questo territorio dobbiamo far parte anche noi, perchè ci abitiamo e perchè non ci piace il futuro che si paventa all'orizzonte. Non ci piace e non lo vogliamo, dicendolo abbiamo trovato altre persone che condividevano questi sentimenti e insieme stiamo percorrendo una strada ancora sconosciuta. Abbiamo varcato la soglia tra il noto, che non vogliamo,  e l'ignoto che sarà fatto di tutto ciò che sapremo inventare... se non ci si lascerà vincere dalla paura.

Coraggio, la strada è lunga! INSIEME SI PUO'

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